Il tuo carrello

Recensione di “L’alba di Cesare” di Franco Forte

A cura di Claudio Secci

Il personaggio

Rispetto alle accezioni che qualsiasi libro di storia è abituato a lasciarci su Giulio Cesare, ci possiamo finalmente godere inedite sfumature di quest’uomo che mai come in “L’alba di Cesare” appare nelle sue sofferenze, fragilità e debolezze, che ribalta puntualmente in punti di forza nelle strategie e nelle decisioni. Scaltra la scelta di farci appassionare e immedesimare in questi lati umani e vulnerabili di uno dei più grandi uomini della nostra Storia dalla personalità molto complessa. Un uomo prima che un leader desideroso di conoscere anche i lati più scomodi dei suoi nemici, spesso correndo grossi rischi di cui  quasi sempre non si preoccupa. Si resta incollati alla maestria dell’autore di dipingerne con le parole i contorni e i contesti. Questa potrebbe essere la carta d’identità più attendibile di Cesare che racchiude i suoi pregi, difetti, contraddizioni, sangue freddo e determinazione lontano e dentro il campo di guerra, fianco a fianco ai suoi commilitoni. Un tuffo in una fetta di storia perno che ha poi, anche e soprattutto per le scelte di Giulio, lasciato strascichi che ci hanno portato a essere la società di oggi.

Aspetti tecnici

Nella trasposizione di eventi storici in un prodotto di intrattenimento, sono indispensabili dei cambiamenti che sono influenzati dalla funzionalità commerciale del prodotto, dall’impossibilità di entrare in alcuni micro-dettagli che renderebbero il prodotto troppo lungo e ingestibile nella sua sostenibilità di costo, e dall’appetibilità della lettura da parte del lettore, abbracciando le regole della narrazione che fanno inevitabilmente modificare la storia reale. Ma un libro così vivido nei dialoghi, accurato nei dettagli di ogni singola stanza o luogo ispezionato dal narratore, le interlocuzioni spontanee e pregne della solennità e dell’epicità del tempo, sembrano contrastare i consueti adattamenti che si devono obbligatoriamente fare quando si romanza Storia. Nonostante a seconda dei casi siano i libri a ispirarsi a dei colossal anche se accade più spesso il contrario, al termine di questo viaggio posso senza dubbio affermare che sia un qualsiasi film storico o fiction sull’antica Roma già trasmessi a riportare alle pagine di questo romanzo. Le scene che ruotano attorno al personaggio di Cesare restano incollate ai ricordi del lettore in modo indelebile. Ho letto anche “La saga di Cesare” di Santiago Posteguillo, e devo dire che ho trovato quello di Forte più immersivo nell’azione e immediato, rispetto ad alcune descrizioni un po’ trascendentali e periodi a volte dispersivi del primo. Persino più ricercato su alcune consuetudini politiche e militari dell’epoca.

Tratti distintivi

In tutta la narrazione si trovano elementi altamente ricercati e tipici del tempo. Tutti i personaggi bevevano abbondante vino, di cui vengono citati anche diversi tipi e bizzarre nomenclature. I nomi assolutamente reali e veritieri dei primi decenni avanti cristo. (Mi è rimasto in mente Gneo, Labieno, Planco, Vatinio, nomi che attribuiremmo a qualche medicinale o cantante del nostro tempo.) Ambientazioni che fanno vivere la guerra, l’aspettativa, la paura. Paesaggi dal sapore epico che ci prendono per mano inquadrando le marce dei soldati nelle foreste oscure.

Alcuni esempi di accuratezze linguistiche adattive che ho trovato:

«Vuoi muovere guerra agli Elvezi?» Chiese Bibulo, fissandolo corrucciato.

Forse per questo si credono invincibili, pensò scrutandoli in silenzio. Per la loro stazza, e per quella loro aria di superiorità che ostentano al mio cospetto.

«Alle idi di Aprile!» gli urlò dietro quando furono di spalle. «Non prima di allora.»

Se il cuore racchiude la passione, gli aveva detto una volta Cicerone, la mente conserva il patrimonio di ogni uomo: l’intelligenza. Quella che ci ha resi superiori…

Da troppo tempo si negava i piaceri della carne, soprattutto quelli a cui si era abituato con la sorprendente Calpurnia…

«Fate le abluzioni, lasciate i vestiti nell’apodyterium e raggiungetemi qui»

«Quanti uomini riusciremo a far passare?» chiese Cesare. «Abbiamo cinque legioni, dubito che riusciranno a passar tutte prima di ingaggiar battaglia.» rispose Planco.

Per i motivi di cui sopra questo libro è consigliato soprattutto agli amanti del personaggio Cesare in primis e dell’antica Roma poi, validissimo per le scuole ma anche per una lettura distensiva, a mio parere.

Trovate il podcast dei primi secondi dell’incipit qui: PODCAST

error: Content is protected !!