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    CSU: sempre al tuo fianco nelle migliori fiere nazionali

Regolamento Generale Fiere

Il nostro regolamento fiere è trasparente, chiaro ed inequivocabile. Prima di affidare il proprio libro ad uno stand, è giusto che l'autore conosca i perimetri del regolamento dello stand stesso. Leggi l'RGF per conoscere come organizziamo le fiere, di modo da decidere se affidarti a noi oppure no.

Gen 9,2021 Lascia una risposta

Recensione della giornalista Germana Zuffanti per “Lo zaino è pronto, io no” di Marco Lovisolo

Ho scelto il libro ” Lo zaino è pronto, io no” scritto da Marco Lovisolo durante il Gala finale ideato da Claudio Secci, come spesso  mi capita, incuriosita dal titolo. Spesso i titoli fanno la fortuna dei libri stessi e degli autori. Ho visto titoli che con il contenuto del libro poco si “incollano” ma che fanno la fortuna dell’autore poichè evocano tutt’altro.Viceversa un buon libro senza il giusto titolo non attira l’attenzione del lettore comune. Ecco, fatta questa breve premessa per me sempre doverosa, il libro di Lovisolo evocava il concetto di viaggio così come lo interpretava Ulisse, viaggio metafora di vita, fotografie di percorsi battuti, immagini ed istantanee di un percorso. Così si è rivelato essere il contenuto del testo, dall’Africa orientale all’America Centrale,dall’India al Perù, un battuto di percorsi, di piani “A” e piani “B” che vengono illustrati al lettore in maniera chiara e nitida facendo davvero rivivere pezzi di vita. Questo è il senso della vita e “del nostro viaggiare ” diceva una canzone. Ecco, in questo periodo più

che mai postare una foto su un social o lasciare un racconto può fare compagnia . Oggi che non ci è permesso viaggiare ma si può solo sognare o immaginare di farlo, facciamolo con gli occhi di Marco e ce ne andremo anche noi lontano. Germana Zuffanti

Nov 29,2020 Lascia una risposta

Torna il Mega Meeting Virtuale CSU ! Divertimento e adrenalina assicurati

Ciao a tutti, lettori e autori, siamo ormai pronti per questo evento speciale tanto atteso e richiesto. Abbiamo convertito una delle più belle ricreazioni che ho mai vissuto nella mia vita esattamente un anno fa, quando eravamo all’oscuro di quello che il 2020 ci avrebbe portato, nella sua versione virtuale più avvincente possibile. Alle 1

9:00 otto autori finalisti saranno convocati da quattro giornalisti, uno per volta, per raccontare del proprio libro in soli 120 secondi, dando il meglio di loro nel tentativo di convincere i giudici a essere selezionati per l’accesso alla testata giornalistica.
Ci saranno alti professionisti della comunicazione:
– Chiara Olivia Pittavino: giornalista, editor
– Gabriele Farina : giornalis
ta, produttore, regista, scrittore
– Germana Zuffanti : giornalista, opinionista, conduttrice
– Manuela Marascio : giornalista, ballerina. attrice
nella fase preliminare delle 14.30 ci sarà una pre-selezione in cui avremo altri quattro operatori culturali di ottimo profilo:
– Nico Menchini: docente, redattore, scrittore, blogger
– Emanuela Navone: editor, blogger, autrice, redattrice
– Federica Martina: blogger,
autrice
– Fabiana Traversi: blogger
La fase finale sarà condotta dal fondatore Claudio Secci, la fase preliminare dalle dirigenti Jessica Maccario e Alessia Francone.
Il migliore autore finalista sarà selezionato per essere intervistato dalla giornalista Debora Scotellaro di Mondo Tv nel mese di Gennaio.
I 4 autori selezionati dai giornalisti come migliori, saranno recensiti sui giornali di riferimento.
Possiamo solo assicurarvi che il format, anche nella sua versione digitale, lascerà spazio per momenti di suspense, adrenalina e divertimento. Vi aspettiamo nella pagina Facebook del Collettivo alle 19:00!
Staff Csu – 29/11/2021

Nov 2,2020 Lascia una risposta

Recensione de “L’ultimo rintocco” di Diego Pitea

L’autore

Ho conosciuto Diego ad una fiera del Collettivo Scrittori Uniti. Ciò che mi ha sorpreso è stato l’uomo prima che l’autore, la sua fragilità e conseguente interpretazione attraverso le pagine di un romanzo. L’autore inizia a scrivere partendo da un evento familiare personale doloroso, come spesso accade agli scrittori anche molto noti della storia della nostra letteratura; questi stimoli negativi sono precursori molto spesso di opere poi dimostratesi cariche di sentimento e, nella loro spiccata emotività di sfogo, vividamente accese e dall’impeto focoso. Ho letto “L’ultimo rintocco”, che a prima vista potrebbe collocarsi fra il giallo e l’horror (vedi la scena del feto mancante dalla pancia tagliata di una vittima): in realtà in questo caso sarebbe riduttivo, perché l’intreccio nell’insieme si presenta molto più trasversale e importante nei significati e nelle sfumature rappresentate da Pitea.

 

Stralci stilistici e morfologia del testo

[Marani si voltò e li vide. «Ce ne avete messo di tempo» bofonchiò. «Mi sono fatto la sauna aspettandovi.» Addentò il sigaro. Doriana gli mostrò l’orologio. «È passata mezz’ora da quando mi hai chiamata» rispose scontrosa. «Ancora non ci hanno dato in dotazione il teletrasporto.»]

In questo tratto si racchiude molto dello stile di Diego Pitea. Abbiamo la ricercatezza del linguaggio, la sintesi dell’enunciato breve appropriato per il genere, l’ironia della battuta che smorza un clima altrimenti troppo rigido, la descrizione non estenuante ma calibrata.

Invece in questo:

[Richard si destò con una sensazione di paura addosso, il viso avvampato e il corpo umido, appiccicaticcio. Un incubo, probabilmente, di cui non ricordava la trama: il modo ideale per iniziare la giornata! Erano poche le cose al mondo che lo disturbavano di più. Si sedette sul bordo del letto e prese una liquirizia da un astuccio poggiato sul comodino, poi indirizzò il viso verso un ventilatore che ronzava. Un vento caldo sembrò seccargli la pelle. Venne percorso da un brivido: delle unghie gli stavano scavando solchi nella schiena. Si voltò: Monica lo guardava, ancora assonnata, da dietro due fessure. «Che ore sono?» «Meno qualcosa. Troppo presto, comunque.»]

L’alternanza di termini che non provochino ripetizioni, sebbene forse decontestualizzati a volte al genere, denotano l’attenzione dell’editor nell’evitare monotonie musicali e ridondanze lessicali. La risposta “meno qualcosa” alla richiesta dell’ora, poi, è a mio modo di vedere un piccolo tocco di classe. Ritroveremo queste chicche in tutta la narrazione.

Per contro, i capitoli sono a mia critica troppi e a volte davvero troppo brevi, inoltre non mi è chiara (ma forse è la versione dell’ebook che mi è stata fornita) la scelta di inserire, di rado, titoli espliciti a capitoli senza titolo. L’edizione si pregia di un countdown grafico all’inizio di alcuni capitoli che danno un tocco più ludico e accompagnano il lettore con un simpatico tocco di adrenalina. Non vi è traccia di refusi nel testo, e l’attenzione sull’editing risulta uniforme anche con l’avanzare della lettura. L’assorbimento dell’elaborato risulta fluido per occhi e mente.

 

Trama

Nulla è lasciato al caso dall’autore nella narrazione, pian piano che si procede nella lettura il lettore inizia a costellare la sua indagine di indizi logici che pian piano completano il puzzle.
Potremmo individuare due livelli di questa storia. Nel primo inserirei la coppia di investigatori specializzati in serial killer, quindi Richard Dale e Doriana Guerrera, impegnati con un serial killer fissato con le donne incinte alle quali poi asporta i feti. Alcuni tratti del romanzo, nel quale spicca il giallo sopra tutte le sfumature, ricordano la saga di Saw, per gli indovinelli e gli enigmi cari al serial killer, ma in realtà un po’ chiave di tutte le storie che rientrano in questo genere, che siano su carta o su pellicola. Il serial killer prenderà di mira lo psicologo Dale, quasi subito nella narrazione. Nel secondo livello c’è la morte dell’impiegata Paola, ritrovata esanime in ufficio in una dinamica avvolta nel mistero: un diario quotidiano in cui si sfoga e uno dedicato ai suoi pensieri più profondi e personali accessibile solo con un codice di sua concezione, cosa che darà filo da torcere agli investigatori. Sulla carta la classica trama giallo/noir fin troppo gettonata dall’offerta editoriale attuale, in pratica un poliziesco molto ben strutturato e assemblato ad arte. Avrei forse fatto una scelta diversa sul discorso dell’escissore: quando si è appreso che si trattava di Janos Grander si poteva utilizzare il suo nome reale anziché ripetere il qualificativo, utilizzato molto già nella prima parte del romanzo, qui diventa un po’ forzatura quasi a voler dare un risalto spropositato al termine (già abbondantemente rivestito nelle prime centocinquanta pagine) più che al personaggio in sé.

Il personaggio perno dell’intreccio è Richard Dale, affetto dalla sindrome di Asperger, che lo colora e lo caratterizza parecchio nel modo in cui approccia con i sentimenti più vicini a lui e nei riguardi dei suoi colleghi e compagni di indagine. Questo autismo leggero gli dona delle sensibilità molto apprezzabili quando si deve relazionare con la moglie o con il figlio ma evidenzia tutte le difficoltà della patologia in termini di loop comportamentali, vuoti di concentrazione, ansia e depressione. Problemi che vengono ancora più a galla quando vicino alla soluzione del caso vivrà dei seri disagi interiori.

La costruzione e il disegno del personaggio sono assolutamente rilevanti e degni di nota. Diego ha dato frutto a un romanzo completo che sarebbe di gradimento anche ai non amanti del genere. Consigliato trasversalmente.

Claudio Secci

Ott 27,2020 Lascia una risposta

Intervista a OMAR SERAFINI: nuovo Media Partner con FANTASCIENTIFICAST !

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Omar Serafini, che con la testata FANTASCIENTIFICAST si aggiunge alla moltitudine di Media partner del collettivo. Anche su FANTASCIENTIFICAST manderemo autori ogni mese per articoli e recensioni dei loro libri, nonché interviste audio con Podcast scaricabili.

Ecco cosa ci ha raccontato Omar.

 

Omar, cosa fai nella vita?

Ciao a tutti e grazie a Claudio e al direttivo del Collettivo per l’opportunità di questa intervista. Attualmente mi occupo di pianificazione e controllo di gestione di un importante operatore radiotelevisivo europeo. Sono un appassionato di fantascienza fin da bambino, quando i miei genitori mi “costringono” alla visione del film giapponese “Watang! Nel favoloso impero dei mostri” con protagonista. Questa visione mi causa, sotto forma d’imprinting, un’attrattiva viscerale per tutto ciò che è nipponico e di dimensioni superiori ai sessanta metri. Dopo la laurea in ingegneria elettronica, nel 2006 conseguo la laurea in Scienze e Tecniche della Comunicazione presso l’Università Insubria di Varese con una tesi dal titolo “Storia e critica della filmografia di Godzilla del periodo Showa”. Ho collaborato con alcuni produttori e distributori home video come curatore dei contenuti per alcuni DVD dedicati al genere kaiju eiga (letteralmente “film di mostri giganti”), ovvero quei film fantascientifici di origine giapponese, che hanno per protagonisti dei mostri giganti. Recentemente ho collaborato con Netflix nella supervisione dell’adattamento delle due ultime parti di una trilogia anime con protagonista Godzilla.

 

Di cosa si occupa principalmente lo spazio web che gestisci?

FantascientifiCast nasce ad inizio del 2012 con l’idea di parlare in podcast di tutto “l’ecosistema” della fantascienza e del fantastico con il proposito di analizzare il tutto nella sua interezza. Nel giro di pochi anni siamo diventati uno dei podcast “indipendenti” (cioè come produttore di contenuti originali non legati ad alcun gruppo radiotelevisivo) più ascoltati in Italia e potendo contare anche collaborazioni in ambito universitario (Università dell’Insubria di Varese, Università di Salerno e Università di Roma Tor Vergata). Nel 2015 abbiamo vinto il Macchianera Internet Awards come “Miglior Radio online e podcast” e il “Treccani Web Awards”, mentre quest’anno siamo stati premiati con l’ESFS 2020 – il premio istituito dalla European Science Fiction Society – come “Best Internet Publication.

 

Per quali altre testate collabori?

Ho collaborato con una serie di articoli divulgativi con Andromeda, Tom’s Hardware Italia, Fantascienza.com e Fantasy Magazine. Nel 2006 ho collaborato con la rete televisiva satellitare Jimmy come co-­curatore dei contenuti per una breve rassegna cinematografica dedicata alla fantascienza giapponese.

 

Ritieni importante lo strumento fiera per l’autore emergente?

Assolutamente sì. Lo trovo uno momento fondamentale in cui l’autore emergente può capitalizzare alcuni aspetti fondamentali come il contatto fisico e interattivo con i propri lettori –  sia quelli già fidelizzati che quelli potenziali – il confrontarsi con i propri colleghi e soprattutto creare opportunità di networking, importantissime in quest’ultimo momento storico.

 

Come potremo uscire da questo periodo di blackout, anche per la letteratura e l’editoria?

Siamo in un momento storico che neanche la “migliore” fantascienza distopica poteva prevedere e idealizzare: siamo ben oltre la retorica frase de “la realtà che ha superato la fantasia”. Ma siamo anche in un periodo in cui la tecnologia ci viene molto in aiuto e qui che tutti noi dobbiamo ridefinire i paradigmi dei modelli di comunicazione e di business a cui siamo legati. Presentazioni e incontri “virtuali” possono essere una soluzione estremamente percorribile, magari cercando di coinvolgere il più possibile il pubblico e i lettori. Mi piace sottolineare una cosa: la drammaticità di questa situazione sta tirando fuori una meravigliosa voglia di fare sinergia da parte di tantissimo operatori che lavorano nei diversi ambiti del settore e questo – parlo personalmente – è una cosa che mi fa guardare con un certo ottimismo il futuro.

 

Indicaci come possiamo trovarti sui social

Ecco le nostre “coordinate astrali”:

  • Sito: fantascientifica.com
  • Facebook: facebook.com/fantascientificast
  • Twitter: @fantascicast

Grazie e che sia un bellissimo percorso fra CSU e FANTASCIENTIFICAST !
Staff Csu

www.scrittoriuniti.com

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Questo approdo vuole essere per l'autore una piccola zattera amica, dove poter lavorare in serenità e sinergia, per districarsi in un oceano pieno di competizioni ed individualismi...

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