Recensione a cura di Claudio Secci
A mio dire il miglior libro di Iana Pannizzo, la quale attraverso questo genere ha espresso il suo miglior talento. Polifemo è il gatto di Mirko, proprietario di una libreria. Si racconta in prima persona e durante tutta la narrazione si evincono due elementi molto forti: l’autoironia sulle caratteristiche meno piacevoli dei gatti ma allo stesso tempo un confronto incessante con i cani e con gli umani che preferiscono gli uni rispetto agli altri. Nonostante qualche sporadica imperfezione di editing, in questo racconto permea una leggibilità e gradevolezza notevoli. Conoscendo l’autrice, posso affermare con estrema certezza che nel protagonista si celano diversi suoi connotati, e da proprietaria di gatti dimostra padronanza delle consuetudini giornaliere del felino. La buona caratterizzazione dei personaggi fa si che l’umanizzazione dei gatti che di volta in volta ci porta a conoscere Polifemo sia vivida e immedesimabile. Il libro è ovviamente youngs-friendly ma senz’altro coinvolgerebbe anche ragazzi non così piccoli. Se dovessi riassumere in un solo termine lo stile di Iana, direi spigliato, senza dubbio. Un’ora di lettura attraverso delle belle e simpatiche emozioni. Attorno al tema dell’abbandono regge tutto il messaggio veicolante. Il libro ha una svolta benefica e il ricavato sarà devoluto a una ODV che tutela i gatti, e a fine libro c’è una morale molto esplicita a sostegno: “Sono un gatto fortunato, al contrario di molti altri che aspettano ancora una vita migliore. Se vedete un randagio per strada non voltatevi dell’altra parte…”