Recensione di Claudio Secci su “Abuso d’amore” di Roberta De Tomi
Visuale macroscopica sul prodotto
Se penso ai plot narrativi di Elinor Glyn credo di non esagerare, chiudendo l’ultima pagina di “Abuso d’amore”. Le interlocuzioni e la maturazione del rapporto passionale fra Rebecca e Jonathan, nato da un incontro su un treno, lascia un sapore al contempo antico ma riflette perfettamente il melting pot in cui è immersa la nostra cultura attuale. Un racconto che è spaccato perfetto per una sceneggiatura cinematografica, dove la porzione d’infusione soft erotica viene magistralmente dosata preservando l’eleganza di cui Roberta De Tomi è assolutamente garante in tutte le sue produzioni.
Roberta sa che il lettore oggi ha semplicemente sete di intense e permeabili storie, di cui la letteratura contemporanea a ogni livello patisce un po’ la siccità. Edito Delos Digital, etichetta molto attenta alla qualità trasversale di ogni suo prodotto.
La storia e i tratti distintivi
Rebecca è una trentenne che è stata lasciata da poco da un fidanzato e rimugina sull’accaduto, perché quello doveva essere l’uomo della sua vita. Durante un viaggio in treno conosce un giornalista di nome Jonathan, con il quale nasce prima un dialogo fatto di battutine per poi crescere rapidamente fino a sfociare nel sesso autentico e coinvolgente. L’autrice conosce il genere e sa come descriverne i momenti e i dettagli senza sfociare nel volgare e nel trash.
Ci sono tutte le componenti classiche ma allo stesso tempo innovative del soft erotico. La presunzione di lui “Direi che devi recuperare il sesso scadente” e la rivendicazione di lei “Lui mi scopava solo, come una puttana” sono già per loro due tratti distintivi che Roberta fa propri con una tonalità densa e stimolante.
Ciò che si rende necessario, in questo genere, è sempre la mescolanza della componente morale, che deve prevalere sul mero aspetto fisico. A pagina 26 troviamo “Le sue erano frasi preconfezionate, ma nei suoi occhi leggevo una traccia d’amore. Il suo cercarmi, il suo continuo chiedere scusa, il suo farmi strada.”, tratto importante che porta il lettore verso una flessione moralmente onesta del possibile esito di quel rapporto, per quanto nella vita reale spesso siano condimenti di un rapporto che brilla nel suo principio per poi spegnersi nell’amalgamarsi alle abitudini.
Notare come l’eleganza inumidisce gli istanti che crescono di calore mentre i corpi si avvicinano. “Le parole mi muoiono in gola. Le sue dita mi toccano sopra gli slip poi raggiungono la pelle libera delle cosce. Con la punta della lingua gioca con l’ombelico, strappandomi una risatina, seguita da un gemito. Mi lambisce ancora la linea alba, fino a saltare sul pizzo.” E ancora “mentre tortura il mio intimo più vibrante”.
E viene ribadito a pagina 32 il concetto più importante, quello delle opportunità lasciate e agguantate, che in amore sono imprevedibili e simili a una roulette russa. “Per Jonathan sono una sconosciuta, ma mi tratta come un amore a lungo termine. Un amore che non ha bisogno di buongiorno e buonanotte e che non sclera per una risposta in ritardo.” Qui Roberta esprime un’immensa verità: i rapporti perfetti non hanno bisogno di nulla di convenzionale, perché non iniziano e non finiscono con nessuna legge conosciuta. Rebecca conoscerà meglio sé stessa da questo rapporto, come incastrarsi nei tempi del partner e calibrare e sopperire alle necessità dell’altro. Comprenderà bene i confini di un abuso e troverà infine la sua libertà.
Digestione
Terminata la lettura mi sono sentito molto bene. Anche la lunghezza del testo è quella giusta, non serviva nulla di più a questo spaccato. Consigliato a tutti, per un pubblico adulto ma soprattutto anche ai non amanti del genere. Questo racconto nasconde un’infinità di messaggi sociali indispensabili e di cui dovremmo tenere conto quando diamo per scontato alcuni aspetti, in amore, che non lo sono per niente.