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Recensione di Federico Ingemi per “Trappola d’ardesia” di Roberta De Tomi

Buongiorno naviganti, anche questo mese il nostro professionista delle recensioni, Federico Ingemi, si è occupato di una nostra autrice per un libro che ha attirato parecchio la critica per le sue sfaccettature anche di carattere sociale. Questa potrebbe essere l’ultima recensione di Federico pubblicata qui, in quanto è in preparazione il nuovo portale ufficiale dedicato alle sue recensioni. Anche questa volta, un pregevole lavoro sui contenuti e sulla tecnica da parte del già noto critico letterario che ha pubblicato per la rivista “L’Indice”.

Godiamoci questa scheda per Trappola D’Ardesia di Roberta De Tomi, che è anche nostra media partner con il suo blog “La penna sognante”.

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Una sfida contro i demoni interiori.

di Federico Ingemi

Roberta De Tomi

Trappola d’ardesia

  1. 138, Sága Edizioni 2021.

 

Scappare dai fantasmi del passato sembra la soluzione più semplice, in realtà si dimostra spesso la meno vincente. Sotterrare un problema, evitarlo, fare finta che non appartenga alla propria vita non fa altro che accrescere le fila dei demoni interiori. In Trappola d’ardesia, Roberta De Tomi indaga le origini di questo malessere, la sua evoluzione e, soprattutto, la sua degenerazione.

Maddalena Incerti vive una vita normale, al limite dell’insignificante; una storia d’amore traballante e la passione per i thriller sono gli unici stimoli che smuovono le sue “piatte giornate di provincia”. Non sa che sta per ritrovarsi in uno dei romanzi che tanto ama. Una sera, sulla strada di casa, le appare una donna dagl’occhi d’ardesia: è disorientata, sussurra qualcosa, traspira dolore dalla pelle. Maddalena la soccorre; qualcosa la spinge a volere conoscere l’origine di quel malessere.

Alberto Magnini è un ingegnere che nasconde un passato cupo: una figura paterna violenta e una sorella scomparsa in adolescenza sono i fantasmi che tenta di seppellire. Proprio attraverso il padre, che

cerca di ricucire i brandelli del loro rapporto, fa una scoperta sconcertante: una ragazza è ricoverata in ospedale, dice di chiamarsi Serena Balti. Ma gli occhi non mentono: quella è sua sorella Sofia. Prova a rintracciarla ma questa già fuggita dall’ospedale. Iniziano così le ricerche, che vedono coinvolti Maddalena, Alberto e il giornalista Valerio Scarabelli, per rintracciarla ed evitare che compia la sua vendetta.

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, William Wilson o Fight Club, sono solo alcuni esempi di romanzi in cui è centrale il tema del

Doppelgänger. Anche la ragazza misteriosa vive questa condizione di dualità: Serena, anima violenta e vendicativa, è in qualche modo “

figlia” di Sofia, spirito dolce e fragile che ha subito la violenza del padre. Persino il sentimento dell’amore viene vissuto seguendo questo schema di opposizioni: “una grande cazzata, l’aborto dei sentimenti” secondo la prima; un ideale iper idealizzato, desiderato e irraggiungibile per la seconda.

Roberta De Tomi ha creato un thriller dal ritmo incalzante, che tiene l’attenzione sempre altissima e propone costanti interrogativi: come sarebbe cucirsi addosso una nuova identità? Quale sar

ebbe? Si riuscirebbe a smarcarsi dal proprio alter ego? Al lettore tocca trovare le risposte.

 

 

 

Intervista a Emanuela Navone – Editor, Blogger, Autrice, Redattrice

Oggi abbiamo intervistato una veterana del Collettivo alla quale siamo molto affezionati, che si è evoluta nel tempo con le sue molteplici attività. Ecco la chiacchierata con Emanuela Navone, legata al Collettivo a più fili.

 

– Ciao Emanuela come è nato il tuo blog “Scriviamolo”?

Ciao a tutti, ragazzi del Collettivo Scrittori Uniti e lettori. Il mio blog (Scriviamolo!, che fa parte del sito internet che porta il mio nome) è nato nel 2016 dopo che progressivamente ho iniziato ad abbandonare il vecchio blog su portale Blogspot, L’antico calamaio (ancora attivo poiché contiene tutte le recensioni che scrivevo all’epoca), per poi passare definitivamente al nuovo. Volevo qualcosa che andasse oltre recensioni, segnalazioni, interviste, blogtour eccetera, e soprattutto volevo qualcosa che non solo parlasse di me (come editor, persona che scrive…), ma che aiutasse lo scrittore a muoversi nel mondo dell’editoria.

– Dalla sua nascita a oggi, come si è evoluto il tuo blog?

Inizialmente tendevo a scrivere molto, quattro articoli a settimana suddivisi in aree tematiche, presenti ancora oggi (scrittura, revisione, pubblicazione e promozione), e i miei articoli erano molto basici (da “come pubblicare su Amazon KDP” a “come strutturare la trama della tua storia”, ad esempio). Lo consideravo una sorta di museo, diciamo così, dove le persone entravano e, invece di ammirare i quadri, leggevano i miei articoli. Dovevo quindi avere del materiale da mostrare. Adesso, dopo 530 articoli, mi sono un po’ rallentata e pubblico un articolo a settimana, il mercoledì mattina. Oltre alle aree tematiche dell’origine se ne sono aggiunte altre, come riflessioni sulla narrativa, sull’italiano, sul mondo editoriale, sul mio lavoro di editor. Anche se il “museo” è pieno di quadri/articoli, cerco comunque di mantenerlo attivo e dare sempre un nuovo contributo.

– Quali sono i servizi maggiormente erogati dal tuo portale, considerando che ti occupi di più aspetti della letteratura?

Il mio sito presenta principalmente i servizi che offro come editor, e quindi editing, correzione di bozze, impaginazione, e servizi correlati come stesura di sinossi, quarte di copertina, valutazioni di inediti, e qualche servizio grafico come creazione di copertine p

er libri digitali e cartacei (ringrazio ancora l’editore con cui ho lavorato per qualche anno, per avermi insegnato tutto questo!). Da un annetto offro anche servizi più tecnici rivolti a chi si vuole autopubblicare, come consulenze, gestione del processo di pubblicazione su una o più piattaforme.

– Oltre alla pagina Facebook, ha anche un suo sito, e in quali social è presente?

Il sito è www.emanuelanavone.it e lì è presente anche la sezione del blog Scriviamolo!, oltre ai servizi che offro e di cui ho parlato in precedenza. Ho anche una pagina Instagram e un profilo Twitter, ma li uso sporadicamente. Il traffico principale proviene prevalentemente dal sito, attraverso la ricerca organica e la newsletter, quindi preferisco focalizzarmi su di esso.

– Hai progetti di potenziamento nel breve termine per i tuoi canali?

Penso che affiancherò alle aree tematiche già presenti sul mio blog anche una sezione dedicata alla traduzione, che sto studiando dal 2019, e da lì inserirò una sezione dedicata anche a servizi di questo tipo.

– Ti vedremo anche in stand in qualche fiera, magari con CSU, nel prossimo futuro?

Penserei di sì, ma dico salvo imprevisti (che mi farò tatuare a breve, mi sa!), e sempre salvo imprevisti sarò a Venaria durante la notte bianca targata CSU, e mi piacerebbe partecipare anche alla fiera di Pisa. Poi si vedrà, partecipare a una fiera con il CSU, o organizzata dallo stesso, è sempre un’occasione unica e speciale di incontrare e conoscere lettori e scrittori, e da lettrice e persona che scrive non posso fare a meno di queste occasioni conviviali e di arricchimento personale.

Grazie per il tuo tempo e a presto allora!

Staff

 

Intervista a Roberta de Tomi – Media Partner CSU con il suo blog “La penna sognante”

Abbiamo fatto due chiacchiere con Roberta De Tomi, grande professionista e operatore culturale a 360°, che fra le altre gestisce la truppa de “La penna sognante”, blog di riferimento per gli autori e i lettori. Leggete cosa ci ha svelato, era un po’ che non avevamo il piacere di conversare con lei.

– Ciao Roberta, ricordiamo agli ascoltatori come è nato “La penna sognante” e come.
Ciao, grazie per il tempo e lo spazio che dedicate al blog! “La penna sognante” è nato nel 2015, inizialmente come diario di racconti. Ma poi, qualcosa è cambiato…

– Dalla sua nascita a oggi, come si è evoluto il tuo blog?
Tra il 2016 e il 2017, dalla narrazione – che è comunque un po’ rimasta – sono passata alle recensioni e alle interviste; avevo voglia di tornare “alle origini”, dati i miei precedenti con siti web come Urbanfantasy, e volevo farlo in uno spazio personale. Poi, gradualmente, nell’accostarmi alla scrittura creativa, grazie ad alcuni studi intrapresi per conto mio e, successivamente, frequentando “Bottega Finzioni” ne

l 2019, ho iniziato a orientarmi verso tale ambito, facendolo diventare il “core” del blog.

– Quali sono i servizi maggiormente erogati dal blog?
I consigli e gli articoli dedicati alla scrittura creativa e all’editoria sono centrali e tendenzialmente i più letti, come le interviste agli autori e alle autrici; per quanto riguarda le recensioni (a discrezione) e le segnalazioni, cerco di dare spazio soprattutto a penne indipendenti (con casa editrice o self) per dare loro un supporto promozionale. Amo l’idea di valorizzare “voci” nuove e interessanti e mi piace, attraverso le interviste, avere un confronto sulle diverse modalità di scrittura, in quanto trovo che da tutti si possa imparare qualcosa. La penna sognante è inoltre sempre disponibile a collaborazioni e media-partnership. Infine, cito le docenze di scrittura creativa tenute dalla fine del 2019 e portate avanti anche in questi due anni pandemici online con alcune associazioni. Esperienze molto costruttive, allievi fantastici.

– Oltre alla pagina Facebook, ha anche un suo sito, e in quali social è presente?

La penna sognante è presente su Facebook e su Twitter. Per quanto riguarda il sito web, ci sono dei lavori in corso, ma è prematuro parlarne.

– Hai progetti di potenziamento nel breve termine per La Penna sognante?
Al momento prevedo di potenziare il tema portante e in effetti l’estate porterà qualche cambiamento, puntando al miglioramento e al raffinamento degli articoli. Il prossimo 8 giugno uscirà la seconda antologia di scrittura creativa, “LiberiAMO”, che contiene i racconti di alcuni allievi già presenti nella precedente raccolta, “ScriviAMO”. Sul fronte docenze in questo periodo, sto collaborando con il Cassetto Culturale di Modena, che mi ha contattato per tenere un corso. E, ovviamente, il rapporto con il CSU ha arricchito e sta arricchendo La penna sognante con i suoi apporti e le opere di autori e autrici davvero preziosi!

– Ti vedremo anche in stand in qualche fiera, magari con CSU, nel prossimo futuro?
Al momento e per i prossimi mesi, purtroppo la presenza fisica risulta molto difficile, vista l’evoluzione in corso del lavoro di autrice, aperto su più fronti e con pregiate collaborazione avviate; ma La penna sognante è sempre al fianco di CSU per supportare e promuovere le attività, attraverso la Pagina FB e il blog, segnalando e recensendo gli autori e le autrici, mettendo a disposizione i propri spazi virtuali. Detto questo, io però metto questa data in agenda: la prossima edizione Salone Internazionale del Libro di Torino, senza se! Grazie, Claudio, grazie CSU, per tutto quello che fate!

Intervista a Iana Pannizzo del blog “Un libro per amico recensioni”

Abbiamo fatto due chiacchiere con la nostra Media Partner Iana Pannizzo, del blog “Un libro per amico recensioni. Vediamo cosa ci ha raccontato.

– Ciao Iana, come è nato questo blog e perché un nome così comune considerando le varie omonimie già presenti?

Ciao, Claudio e grazie per questa intervista. Il blog è nato per puro caso. Inizialmente riportavo semplicemente alcuni estratti di scrittori famosissimi come Pirandello o Wilde o ancora,  pensieri dei filosofi greci. Poi ho cominciato a scrivere pensieri miei e alla fine a recensire i libri che leggevo. Il nome che definisci comune non mi ha mai dato da pensare. L’ho modificato nel tempo perché cerco di occuparmi di altro e non solo di recensioni. Il mondo è pieno di gente che recensisce e sinceramente vorrei distinguermi almeno in questo.

– Nel tuo logo c’è un cane, ci spieghi questa affinità?

Presto detto. Nel mio logo c’è un cane, il mio cane per l’esattezza. Questo perché, per me, libri e cani sono i miei migliori amici. Il nome quindi, per me ha un doppio senso di amicizia.

– Il blog fa recensioni anche di autori blasonati?

No, assolutamente. Ho conosciuto diversi autori famosissimi come Glenn Cooper, Marcello Simoni e Albero Angela, ma sono gli emergenti che trovo più stimolanti. In merito avevo scritto un articolo qualche tempo fa. Gli emergenti danno quel tocco di freschezza e autenticità che molti autori blasonati non hanno. Devo però dire che recensisco sempre meno perché sono diventata più esigente. Un libro non deve essere solo scritto

bene, deve toccarmi nel cuore. E’ difficile spiegarlo in così poche parole perché la lettura è quella cosa che apre il nostro cuore e i nostri sentimenti, il nostro modo di vedere le cose. Se una storia non tocca le corde del mio animo, è molto difficile che io la recensisca.

In quali siti e social possiamo trovarti?

Su facebook ho una pagina e basta cercare “ un libro per amico- non solo recensioni” di Iana Pannizzo. Per chi non ha facebook e per chi non abbia voglia di connettersi spesso può, se avrà piacere, iscriversi al blog che porta lo stesso nome della pagina. Ho anche un profilo Instagram, ma è più personale. Tuttavia anche su Instagram si possono trovare post inerenti al blog.

– Cosa vorresti migliorare il blog nel prossimo futuro?

In questo momento non saprei, davvero. Ci sono troppi blog in giro che fanno più o meno la stessa cosa e quindi non saprei cosa. Forse un giorno mi verrà qu

alche illuminazione e rivoluzionerò qualcosa. Attualmente mi sto concentrando sui romanzi che scrivo. Sono autrice da poco, scrivo a sfumature gotiche e psicologiche ed è lì che in questo momento si concentra la mia energia. Mi rendo perfettamente conto di avere molto da imparare ed io voglio crescere. S0ono fermamente convinta che migliorando e crescendo come autrice, automaticamente crescerò come blogger. Forse mi specializzerò in un solo settore. Lo dirà il tempo. Nel frattempo osservo o imparo da chi è più bravo di me.

– Ti piace partecipare alle fiere in qualità di media partner? Qual è la fiera che preferisci nel territorio nazionale?

Molto. E’ davvero stimolante poter conoscere tanta gente, tanti autori così diversi tra di loro. Da ognuno si impara qualcosa. Non c’è una fiera che preferisco perché ogni evento porta in sé qualcosa di nuovo e di inaspettato. E’ sempre un’esperienza diversa e sempre molto intensa, quindi ben vengano.

 

Staff Csu

Intervista al blog “Les Fleurs du Mal” di Alessandra Micheli

Abbiamo fatto due chiacchiere molto piacevoli con Alessandra Micheli, titolare del blog LES FLEURS DU MAL, nostro neonato Media Partner. Vediamo cosa siamo riusciti a strapparle…

– Ciao Alessandra, quando è nato “Les Fleurs du Mal” e come?

E’ nato nel lontano 2016 per reazione contro l’idea, imperante, che i miei generi preferiti non interessero il lettore.
E io che sono testarda mi sono detta ok, vediamo se è vero.
Nasce dal mio solito modus operandi: sfida continuea con me stessa e il cosidetto sistema.
Odio i luoghi comuni e la preofezie che si autoavverano per sentito dire.

– Dalla sua nascita ad oggi, come si è evoluto il tuo blog?

Credo che abbiamo cambiato lo stile. Siamo meno ansiosi e preoccupati dell’accoglienza e quindi ci divertiamo molto di più-
questo dona alle recensioni una sorta di leggerezza che ci rende davvero più liberi.
In più ci siamo sempre di più specializzati nei libri di nicchia, quelli che sanno raccontare, emozionare e uscire fuori dalla dittature del business.

– Il blog fa anche recensioni e segnalazioni di autori blasonati?
Il nostro blog recensisce ogni libro che ci colpisce.
Guardiamo la trama e sopratutto il genere a cui appartiene.
Non consderiamo ne l’autore, ne la casa editrice.
Legiamo e basta e cerchiamo di immergerci nella storia.
a volte io stessa non mi accorgo neanche dell’autore se non quando posto la recensiose e quindi devo usare la cover.
Con il nome e il logo.

– Oltre al sito ufficiale, in quali social possiamo trovare Les Fleurs du Mal?
Siamo su twitter e instangram. Ma uso sopratutto la pagina di facebook perchè mi risulta più facile.

– Cosa vorresti migliorare del tuo portale nel prossimo futuro?
Mi piacerebbe migliorare ancora di più la grafica. Che è stata gentilmente regalataci da Giulia Previtali.
Ogni tanto le chiedo un atmosfera più scusa e gotica.
Fino a che mi sopporta contoinuerà a subire le mie richieste.

– Hai mai partecipato a fiere del libro come Blog ospite di qualche stand?
Ancora no.
Però è un esperienza che mi manca e spero di poter vivere presto.

grazie

Delegati regionali CSU: chi sono e di cosa si occupano?

Ciao a tutti, è arrivato il momento di chiarire meglio ai naviganti e agli autori e lettori che ci seguono da anni, come siamo organizzati. Il CSU è composto da un direttivo di 6 autori che coordinano le attività. Questi sono Claudio Secci, Jessica Maccario, Manuela Chiarottino, Manuela Siciliani, Alessia Francone, Federica Martina, ognuno dei quali con competenze e responsabilità differenti. Quando vengono svolte fiere lontano dal Piemonte o dalla Liguria, il Collettivo si avvale di delegati di fiducia, selezionati dal direttivo accuratamente e distinti per risultati e attitudini che rispecchino i fondamenti dello statuto, regionali che rappresentano il direttivo in tutto e per tutto e coordinano i lavori in stand. I delegati di stand si occupano di allestire e vendere i libri degli autori seguendo scrupolosamente le regole del RGF (regolamento generale fiere che trovate qui sul sito) e allestendo con il CIRCUS FIERA per le piccole fiere (striscione, espositori, bigliettini da visita, blocchetto ricevute, gadget vari).

Detto questo, delegato per la Lombardia, da oggi sarà Gabriele Dolzadelli, che si è già distinto per generosità, correttezza, attaccamento al collettivo e spirito comunitario negli ultimi 4 Saloni del Libro di Torino. Mentre per la Toscana, delegata CSU è Marina Cappelli, già nel ruolo da un paio di anni e portatrice di ottimi risultati ogni qual volta ha battuto bandiera del collettivo in una fiera minore. Il primo si è distinto al Salone di Torino, la seconda al Pisa Book Festival, sta di fatto che siamo molto contenti di avere questi due straordinari autori nello staff. Da oggi saranno loro a rappresentare il collettivo quando il direttivo non potrà essere presente.

Pertanto, congratulazioni a Marina e Gabriele per il nuovo incarico e che sia l’inizio di un lungo e interessante percorso !

Direttivo Csu

Nuovo Media Partner per il CSU – il blog LE FLEURS DU MAL di Alessandra Micheli

Buon pomeriggio, è con grande piacere che annunciamo l’ingresso nella famiglia dei Media Partner del CSU del blog “Le fleurs du mal” di Alessandra Micheli. Alessandra

è attiva con il suo blog a supporto di tante case editrici, e da oggi premierà i migliori autori CSU segnalati dal direttivo con recensioni e segnalazioni, oltre a far parte di contest letterari e/o giurata a seconda dello scenario nel quale il suo blog sarà coinvolto a palinsesto, gli autori CSU avranno la possibilità di finire sotto le sue grinfie per le recensioni (nelle quali è particolarmente spregiudicata) o delle sue valutazioni 😉

Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione e ricordiamo che Alessandra è già attiva come redattrice / selezionatrice / editor per la Saga Edizioni della talentuosa Giulia Previtali. La troverete presto all’interno di circuiti promozionali del nostro collettivo, compresi gli interventi nelle fiere virtuali da parte di consulenti profess

ionali di settore, dei quali farà certamente parte.

Pertanto, da questo momento potreste finire sulle grinfie delle sue temutissime ma apprezzatissime recensioni. Che dire? Un grande in bocca al lupo allora e che sia l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione !!!!

Trovate il blog a questo link lesfleursdumal2016.wordpress.com  

E su facebook a questo link https://www.facebook.com/groups/1325046828008466

Correte a visitarlo e mettete un bel LIKE !

Staff Csu

RECENSIONE DI FEDERICO INGEMI PER “LA LIBRERIA DELLE STORIE RIMASTE” DI MANUELA CHIAROTTINO

Scegliere o destinati a stravolgere la propria vita? La storia di Amabel.
di Federico Ingemi
Manuela Chiarottino
La libreria delle storie rimaste
pp. 202, More stories, 2022.

La scelta di abbandonare i grandi centri urbani in favore delle piccole realtà di provincia (in alcuni
casi la scelta ricade addirittura su borghi e villaggi disabitati) non è più un’anomalia, un fenomeno
marginale. A stupire sempre meno è anche il fatto che siano i giovani a optare per questo
cambiamento di vita: dopo un’esperienza nelle caotiche metropoli, molti scelgono di rallentare, di
cercare tranquillità nelle loro routine. Anche la protagonista de La libreria delle storie rimaste fa
parte di questo “esercito della lentezza”.
Amabel è uscita sconfitta dall’iperveloce Londra della finanza e dei grandi magazzini: ha
perso lavoro e casa, ora necessita di un colpo di fortuna per risollevare la sua esistenza. Un
annuncio sul giornale, trovato per caso (o grazie al destino?) potrebbe aiutarla: nella campagna
londinese, una libreria dal nome misterioso cerca una commessa. Se esiste una cosa di cui è
terrorizzata, quella è sicuramente una stanza piena di scaffali stracolmi di libri.
Bibery è il perfetto villaggio da cartolina, dove la vita scorre lenta e pacifica, senza troppe
preoccupazioni. Punto di riferimento della comunità è Emily, un’anziana ma tenace signora che
manda avanti la libreria con passione e gentilezza, senza badare al profitto. Da un lato l’ingessatura
e il distacco degli schemi metropolitani, dall’altro empatia e attenzione verso il prossimo:
apparentemente due mondi destinati a non comprendersi mai. Col tempo però le due libraie
imparano ad ascoltarsi e a fidarsi una dell’altra, mettendo a nudo le reciproche debolezze. A
collaborare allo smantellamento della maschera di Amabel è anche Albert, affascinante veterinario
del paese con il quale la giovane libraia percepisce subito una forte affinità. Con lui si sente al
sicuro, ha l’opportunità di mostrare le sue fragilità senza avere paura di pregiudizi e aspettative; le
piccole cose che la routine di Bibery offre, grazie al sentimento che nasce tra i due, acquisiscono
valore, tanto da convincerla a rimanere e a impegnarsi per risollevare le sorti della vecchia libreria.
Manuela Chiarottino ha creato una storia che ha del magico, che oscilla tra la narrazione di
un cambiamento di vita radicale, frutto di una scelta drastica ma pur sempre dettata dalla volontà
della protagonista, e lo svolgimento di un disegno già scritto nel fato di Amabel. Dove sta la verità?
Tiziano Terzani in Un indovino mi disse afferma: “il bello è che non c’è soluzione a questo
problema del destino, perché si può vedere la vita come già scritta da qualcuno da qualche parte,
oppure la si può vedere come scritta da noi ogni momento”. Due facce della stessa medaglia, sta a
ognuno di noi scegliere su quale puntare.

Reportage di Libri in Piazza 2022 – un grande successo

La pioggia ha rischiato di compromettere la giornata del sabato, ma appena il tempo lo ha concesso, Rivoli ha risposto, e la gente si è riversata nelle strade per la gioia di tutti. Vi lasciamo qualche video e foto dello splendido risultato di questo primo evento organizzato da CSU.

 

Il direttivo al completo con Radio Antenna Uno

Claudio intervistato da Torino Oggi

Recensione di Federico Ingemi di “L’erede di Ethel. Il grande Vallo” di Chiara Tremolada

Torniamo con una recensione fresca fresca del nostro professionista Federico Ingemi, che sarà con noi anche a “Libri in Piazza 2022” come ospite speciale. Questa volta si concentra sull’opera “L’erede di Ethel. Il grande Vallo” di Chiara Tremolada.

Ogni volta restiamo imbambolati davanti alle sue eccellenti analisi sui testi dei nostri autori…

 

Puntare sul personaggio per emanciparsi dai giganti del fantasy.

di Federico Ingemi

Chiara Tremolada

L’erede di Ethel. Il grande Vallo.

  1. 367, Porto Seguro Editore, 2021.

 

Confrontarsi con il genere fantasy vuol dire fare inevitabilmente i conti con i grandi padri del passato come J. R. R. Tolkien e C. S. Lewis, ma anche con i “senatori” del presente (vedi G. R. R. Martin e Licia Troisi). Il rischio di copiare le loro opere è alto, inesorabile invece l’influenza di queste sulle nuove leve di autori fantasy. Chiara Tremolada schiva questo pericolo, riuscendo a innestare, sulla tradizione citata sopra, il racconto del turbamento interiore di un’adolescente.

Il continente di Talamh, una grande isola caratterizzata da fiordi e foreste vergini, è scosso da una guerra centenaria: da un lato il potente Stato del Mèinn-Ghuail, retto dal tiranno Alexander Mektig; dall’altro il Regno di Ethel. A dividere questi due stati vi è il Vallo, una struttura difensiva che corre lungo il confine, teatro di violente battaglie. Dopo la prematura scomparsa della coraggiosa regina guerriera Alba, a salire sul trono del regno è la sorella minore, Erin Dìthean Flin. A soli sedici anni è chiamata a ricoprire un ruolo difficile, incompatibile con la sua personalità: non è né una combattente pronta all’azione come sua sorella, né capace di relazionarsi con distacco e freddezza con i sudditi e soldati. L’empatia e la diplomazia non sono doti che un regno in guerra cerca in una regina. A complicare il quadro generale si aggiunge un insolito potere di guarigione che si risveglia in lei, interpretato dalla popolazione come segnale di sventura.

Non vuole combattere ma perseguire la via della pace, esponendosi a costanti giudizi, critiche e paragoni con la sorella. Quando la tregua raggiunta viene tradita dallo Stato del Mèinn-Ghuail, generando così una nuova escalation di violenza, la protagonista crolla; frustrazione e senso di inadeguatezza la attanagliano (“Non sono niente e non valgo niente, né come regina, né come nient’altro”). È l’anti-archetipo dell’eroina: piange, cerca sempre il sostegno di altre persone; si sente debole e inadatta, in balìa degli eventi che le piovono addosso. Questo è il valore aggiunto che Chiara Tremolada ha dato al romanzo: ha costruito un personaggio umano, vicino al lettore, che sicuramente nei prossimi capitoli della saga imparerà a fare dei suoi fallimenti occasioni di riscatto.

La narrazione del dissidio interiore della protagonista non eclissa la componente più classica del romanzo fantasy: battaglie e assedi sono descritti utilizzando un lessico sempre puntuale, che permette al lettore di calarsi pienamente all’interno degli scontri; la componente di magia non mina la veridicità della storia ma è dosata ottimamente. Leggermente sacrificate invece le storie dietro ai personaggi con cui Erin si interfaccia (tra i più interessanti il Gentilizio William Blaze, il capitano Robert e l’enigmatica Baylee), una scelta autoriale dettata forse dalla volontà di concentrare, in questo volume, l’attenzione sulla protagonista, rimandando ai prossimi capitoli della saga l’analisi di questi. Merita quindi aspettarli, per veder crescere Erin e capire come affronterà le insidie che si celano nel Talamh.

 

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